Il disturbo di dismorfismo corporeo riguarda le preoccupazioni per uno o più aspetti del proprio fisico, percepiti come difettosi o imperfetti, non attraenti, brutti, anormali e deformi, indipendentemente dal peso e dall’età. Tali difetti non appaiono ad un esame oggettivo esterno, o se presenti, non appiano così gravi come invece vengono percepiti. Inoltre è correlato ai sentimenti di accettazione e di bellezza: la persona affetta da dismorfismo si sentirà apprezzata solo modificando ed eliminando i propri difetti, e quindi meritevole di amore solo se dotata di un bell’aspetto.

Le preoccupazioni sul proprio aspetto diventano perciò vere e proprie ossessioni, vissute in maniera angosciante e delirante, che occupano gran parte della giornata ed impediscono alla persona di svolgere qualsiasi altra attività lavorativa o ricreativa e che la portano a mettere in atto delle compulsioni (ovvero comportamenti ripetitivi od azioni mentali in risposta alle preoccupazioni) atte a placare l’ansia e il disagio: continue e ripetute occhiate e rimirate allo specchio o alle superfici riflettenti, ricorso a cure odontoiatriche ed estetiche, interventi chirurgici, uso di protesi e parrucche, esfoliazione ripetuta e profonda della pelle, epilazione definitiva fino allo strappo vero e proprio di peli e capelli, evitamento di situazioni sociali e riduzione delle relazioni interpersonali.

In queste condizioni è facile sviluppare una dipendenza da alcol o sostante stupefacenti, nel tentativo di distrarsi. Il tono dell’umore cala inevitabilmente e può portare a stati depressivi, aggravati anche dall’isolamento sociale e dal ritiro emozionale, mentre l’angoscia costante può portare a stati ansiosi, disturbi del sonno e dell’attenzione. Purtroppo sono frequenti anche i casi di tentativi di suicidio, attuati nella speranza di lenire l’angoscia e porre fine alle sofferenze percepite.

Il disturbo interessa tutte le fasce di età, dai bambini agli anziani, anche se normalmente l’esordio si ha nell’adolescenza, con tassi di prevalenza nei paesi occidentali tra l’1,7% e il 2,4%. Le parti del corpo maggiormente interessate sono la pelle (73%), il viso, con in particolare il naso (37%), i capelli ed i peli (56%).

Pur essendo un chiaro disturbo di natura psicologica, piuttosto che fisica, molte persone affette da dismorfismo faticano ad accettare che la causa del loro malessere non sia realmente oggettivabile; possono perciò opporre una strenua resistenza ad interventi di tipo psicologico, preferendo interventi di chirurgia estetica, spesso estremi, dannosi e molto dispendiosi. In questi casi, è importante lavorare sulle motivazioni, le convinzioni e le credenze radicate, cercando di sviluppare consapevolezza e favorire la formazione di nuove risposte comportamentali, oltre che lavorare sull’accettazione di sé e sul concetto di bellezza.

Dott.ssa Giulia Adorante

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

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Phillips KA. The Broken Mirror: Understanding and Treating Body Dysmorphic Disorder (2nd ed, revised). New York, NY: Oxford University Press; 2005